tra mona…rchia e res…pubica
Posted by innocenso su 08/07/2006
Emanuele Filiberto dopo l’arresto del padre Vittorio Emanuele in merito a vicende legate alla prostituzione: “Mi dà molta amarezza leggere brandelli di conversazioni telefoniche private della nostra famiglia sui giornali. Pezzi di frasi fuori da ogni contesto a cui può essere data ogni interpretazione. Non pensavo potesse essere una violazione così intima e sconvolgente”.
La società preme continuamente sull’individuo, cui rimangono soltanto pochi campi nei quali essere se stesso, libero dalle costrizioni e dallo sguardo altrui (Edward Long, senatore del Missouri, USA)
Vittorio Emanuele al GIP di Potenza: “Sono un sessomaniaco“. Sulla scia della bella notizia del post precedente, mi permetto un elogio alla saggezza amorosa della moglie Marina che l’ha accolto a braccia aperte. Chi si dice sicuro del perdono muliebre è don Luigi Abib Sid, il cappellano del Pantheon, suo confessore: «La principessa è una donna forte e anche dolce. È molto legata al marito. Quando c’è l’amore le miserie umane si perdonano». «Vittorio Emanuele —aggiunge—di fondo è un uomo buono. Religioso. Recita le preghiere mattino e sera».
E chi se non un monarca poteva dare significato all’idioma che da nome al proprio status reale? Vedi mona e archia (traducibile per estensione come “la vulva al comando” o simili)! Storie inventate? No, storie reali.
Il Vescovo di Ippona (Agostino) riuscì a produrre la prima grande sintesi del pensiero filosofico e teologico nella quale confluivano correnti del pensiero greco e latino. Anche in lui, la grande unità del sapere, che trovava il suo fondamento nel pensiero biblico, venne ad essere confermata e sostenuta dalla profondità del pensiero speculativo. La sintesi compiuta da sant’Agostino rimarrà per secoli come la forma più alta della speculazione filosofica e teologica che l’Occidente abbia conosciuto. Forte della sua storia personale e aiutato da una mirabile santità di vita, egli fu anche in grado di introdurre nelle sue opere molteplici dati che, facendo riferimento all’esperienza, preludevano a futuri sviluppi di alcune correnti filosofiche.
(dall’enciclica fides et ratio di Giovanni Paolo II, par. 40)
Lo stesso vescovo disse: “Togli le meretrici dalle cose umane e getterai tutto nel caos delle libidini”
Appunto.
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